Il caso del tappo scomparso

Il caso del tappo scomparso

Il caso del tappo scomparso

Il caso del tappo scomparso

Il caso del tappo scomparso
Vi premetto che ho origini scozzesi,
da parte di mio nonno paterno, dunque
la fantasia di immaginare un detective
non mi manca. E’ così, che me ne sono
inventata uno di sana pianta. Ad esso
ho affidato le mie avventure tra fantasia
e realtà.

Inizio dell’attività di Detective

Sono un detective di fantasia e scrivo
racconti dall’anno 2003. Ne ho scritti
diversi, ma in questo articolo, voglio
riportare la mia penultima attività, che
risale alla prima settimana di Febbraio
2021.

Subentrate come in un Teatro

Subentrate come in un Teatro nella vita
del mio Detective immaginario, che in parte
sono naturalmente io. Nomi o fatti, sono
immaginari con una base di realtà.
Esperienza vissuta.

Premessa

Era l’ultimo dell’anno, lo ricordo bene.
Una bella cenetta casalinga, coprifuoco alle
10. A causa della pandemia da Covid 19, siamo
tutti stati a casa. E’ il minimo che si può
fare, la nostra parte per cercare di migliorare
questa terribile situazione.
Ma io sono abituato, specie a partire dai primi
giorni dell’anno, a programmare buoni propositi.
Ma nulla!
– Quest’anno non ci riuscirò – ho pensato.
Ogni tentativo di srotolare la matassa che avevo
in testa, andava fallito. Il mio lavoro, non mi
attraeva più. Ho perso il mio fiuto di Detective,
ho smesso di andare a camminare, come facevo
sempre. Poi, ho pensato di mettermi a dieta.
Mi è parso subito un proposito molto
interessante.

Inizio della missione

Avrei iniziato molto volentieri la mia dieta,
sennonché la prima mattina, alla presa con la
mia colazione dietetica sono dovuto partire
all’improvviso.
Ma dove?
Destinazione RSA.
Il mio compito, affidatomi dal mio Coordinatore
di zona (Toscana) è stato quello di occuparmi
della pulizia e sanificazione di una struttura
RSA per 6 giorni.
Il caso del tappo scomparso

Interessante – ho detto tra di me

Per la verità non ho mai fatto questo lavoro.
Nella mia casa pulisce sempre, la mia fidanzata
di turno. Devo dire che l’ultima, Ivette, forse
è stata tra le migliori in tutto: pulizie comprese.

Ecco che finalmente ero pronto per iniziare

Storie di detective

Sostituzione per malattia

Dalla RSA in questione, (io sostituivo una
persona), una delle mie colleghe, mi ha
mandato un messaggio vocale, di dubbia
comprensione.
– Oggi non devi fare le scale, poiché le
ha fatte Savia. Se ti ci raccapezzi, fai
lo spogliatoio che è al primo piano.
Passi il piumino sopra gli armadietti, poi
spazzi sotto e dappertutto, pulisci il bagno
e dai una bella cenciata. Poi vai a fare le
4 sale, 3 da pranzo e quella della televisione.

Il caso del tappo scomparso

Hidden Games Luogo del Reato

Gioco per 1-6 persone, appassionante
gioco investigativo direttamente sulla
scena del crimine.

Il caso del tappo scomparso

Il punto della situazione

Già da subito, quel “se ti ci raccapezzi”,
mi ha messo in allarme, e anche il fatto
che da solo dovevo fare tutto questo in meno
di 2 ore. Ho subito pensato che l’investigazione
si faceva interessante.
Poi la collega continuava: se c’è qualcosa
chiamami. Altrimenti vai nel pallone, perché
una ti dice una cosa, una ti dice un’altra e
tu non ci capisci niente. Per domani, dato che
lo spogliatoio lo fai oggi, dopo la pulizia
degli uffici, spazzi i terrazzi del primo
piano, secondo e terzo, oppure tutti i vetri
della sala della fisioterapia.

Sospetti

So che solitamente le RSA curano molto la
pulizia, ed essere stato inviato per pulire i
terrazzi, mi è parso leggermente strano, da
analizzare. Ma poi, è venuta fuori l’esigenza
di recarmi nella RSA nella mattina seguente.
Premetto che il primo giorno di lavoro, mi
sono attenuto a ciò che la collega mi ha detto
di fare.

Quella mattina, non sapevo cosa mi aspettava

Mi aspettava Ivan, con Betta e Risa.
Ivan, dopo avermi portato in giro per buona
parte dell’edificio, mostrandomi locali e chiavi,
per i locali di cui mi sarei dovuto occupare,
all’improvviso, così come un lampo di genio, ha
scoperto che non mi era stato fatto il tampone
covid-19.

Allarme

Ho pensato: io il giorno prima ho lavorato!
Sono stato ammesso in una RSA, senza che
nessuno mi chiedesse di fare il tampone.
Ottima organizzazione Sanitaria!
Io credevo me lo facessero subito.
Pertanto Ivan, mi ha trattato in maniera
indescrivibile, come se la colpa fosse mia.

la reazione di Ivan

Ivan mi venne quasi accanto e con tono acceso,
mi disse:
– Secondo come mi frulla in testa, te ne vai
a casa!
– Andrò a casa – ho risposto io – è una tutela
per tutti.
Hanno confabulato tra di loro, per un po’.
Dopodiché mi hanno portato in una sala di
Infermeria e finalmente mi hanno fatto il
tampone rapido.
– Sei negativo – ha detto l’Infermiera, dopo
circa mezz’ora.

La situazione pareva migliorata

Macché!
E’ tornato Ivan, a dirmi che io non avrei
potuto avere l’accesso nell’Edificio C,
anche se ero negativo.
Di seguito: rimproveri, derisioni, in tre
contro uno.
Mi descrivevano come si da il cencio in
terra come fosse una missione di astronauta.
Bisogna apprendere, lo comprendo, ma giuro
che so come fare un lavoro come quello,
anche se la mia casa non la pulisco io.

Ho perseverato nell’impresa

Ivan è una persona piuttosto imprevedibile
e le due colleghe peggio di lui.
Non ho detto niente. Con il mio bagaglio
di ingiustificati urli negli orecchi e
umiliazioni sono tornato a casa.
Il pomeriggio ho lavorato nell’orario
assegnatomi, ma anche se avessi voluto,
c’era ben altro da fare che pulire 3
piani di terrazzi.

Il mercoledì

Il mercoledì è stato leggermente migliore:
ho lavorato con Savia.

Il giovedì

Giovedì, poco prima che iniziasse il mio
turno lavorativo, ho ricevuto una telefonata
da Risa.
– Purtroppo ho perso il tappo di uno dei tubi
della lavapavimenti elettrica – mugolava –
Ho cercato di rimediare come potevo: carta e
un tappo di detersivo. Stai attento, potrebbe
allagare tutta la RSA.
– Non la userò – ho detto io.-
Mi è parso che la risposta, non fosse quella
che Risa si aspettava.
Ma all’inizio del turno, mentre firmavo il mio
ingresso, ho sentito Ivan che da una stanza lì
vicina, parlava ad alta voce con qualcuno,
(sicuramente o Risa, oppure Savia), contro di
me, trattandomi da incompetente e soprattutto
come fossi un elemento tremendo, o giù di lì.
Non ho detto nulla e nonostante la mia tendinite
da polso bilaterale, ho fatto il mio turno di
lavoro, senza la macchina lavapavimenti.
Ho fatto come diceva mia madre: ho usato il
famoso olio di gomito.

Sono tornato a casa sereno

Il giorno successivo, in cui mi era stato
assegnato un lungo orario di lavoro, da solo
dovevo pulire 3 piani dell’edificio e per quanto
riguarda i lunghi corridoi, senza lavapavimenti.
Ma sono tenace, il lavoro non mi spaventa.
Il mio Coordinatore di zona, ogni giorno
riceveva il mio rapporto e la sera si scompisciava
dalle risate alle mie spalle.
Tutte le volte che la missione si fa difficile
è felicissimo. Dice che queste mie disavventure,
lo caricano di serotonina.

La risata è terapeutica, sostiene sempre

Verso le 10 del mattino, mentre ero intento al mio
lavoro, ecco Ivan.
– Ma tu i corridoi li pulisci con il cencio?-
– Si – ho risposto io – La lavapavimenti è
inutilizzabile.
– Mm.. – ha detto – c’è qualcosa di strano.
Poi è sparito.

Ho preferito non dire nulla

Mi riservavo di chiarire al momento opportuno.
Dopo un po’ di tempo, ecco di nuovo Ivan.
La storia del tappo scomparso, si è fatta
subito più intricata.
– Ma chi ti ha detto del tappo?
A che ora e quando? – e giù di lì domande
simili.
Ecco, ora è il momento di agire, ho pensato
tra di me.
– Senti Ivan, sono qui da 4 giorni. Ne avete
fatto un dramma di questa sostituzione.
Tra tu che dai delle direttive, Risa che mi
manda a fare i terrazzi, e Savia che sostiene,
impone di spostare mobili e comodini, per
pulire a fondo le camere, ma che poi dice che
lei cerca di faticare il meno possibile.
Se vuoi ti faccio ascoltare il messaggio vocale
di Risa, oppure lo giro a chi ha voluto inviarmi
come sostituto. Ma per davvero, con tutto quello
che ho visto che c’è da fare in questa RSA, io
dovevo fare i terrazzi? Ivan si è calmato.
E’ andato giù a vedere di risolvere il problema
del tappo perduto.

Il mistero si risolve?

Ecco di nuovo Ivan:
– Ora è tutto a posto, il tappo l’ho ritrovato,
puoi usare la macchina lavapavimenti. Il tutto
con un fare molto affabile. Poi si è ritirato
in una stanza e si è chiuso la porta dietro.
Ma io ero lì.
Ha una voce che passa 7 mura. Parlava con
qualcuno, suppongo, e in tono animato.
La cosa che mi ha stupito di più è che quel
dal magazzino dove viene tenuto tutto il
materiale per le pulizie, compresa la
lavapavimenti, il tappo è stato ritrovato
nel giardino esterno alla RSA in mezzo
all’erba.
Il caso del tappo scomparso

Come ci sarà finito?

– Che fiuto quell’Ivan! :-) – ho pensato io.
Conclusa la mia lunga giornata lavorativa,
pensavo al dono più grande di lavorare in
una RSA: gli ospiti!
Una l’ammiravo molto per l’abilità del
lavoro a maglia e un’altra per la sua cultura.
Erano tutti assolutamente affettuosi e gentili
con me.
Il caso del tappo scomparso

Il giorno seguente era di riposo

Ho pensato di iniziare a scrivere il mio
rapporto.
Sono le 02:22 07/02/2021, e domani il mio
turno inizia alle 7.00. Vi racconterò tutto.
Non potete dirmi: – In bocca al lupo – ma è
come vi sentissi. Incrocio le dita.
Buonanotte. 02:38 07/02/2021
In seguito a questo racconto ironico e in
parte autobiografico, ho invece continuato
a lavorare in collaborazione per questa RSA.
Fino a quando?
Ma fino al cambio della mia missione,
naturalmente!

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Nel 1998 iniziai a cucire, specie
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tanti anni, non potrei separarmene.

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del 2001/07/03.

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